Cos'è il Percorso di
Medicina Psicosomatica integrata?
Dalla laurea in Medicina ho iniziato un percorso personale e professionale di ricerca guidato dalla domanda: come posso sostenere la guarigione dei pazienti ?
La risposta che è giunta in questi anni mi ha portato a proporre dei percorsi di guarigione che integrano la cura del sintomo all'ascolto della persona così da poter cogliere il senso evolutivo dell'esperienza della malattia.
Quando la consapevolezza dell'esperienza giunge spesso il sintomo non ha più bisogno di manifestarsi, il cerchio della malattia si chiude.
Il percorso di Medicina Psicosomatica Integrata (MPI) è un cammino di guarigione dove il paziente resta il protagonista e il terapeuta sta al suo fianco accompagnandolo con con un'ascolto neutro e presente e con gli strumenti terapeutici più efficaci secondo evidenza scientifica.
La Prima Visita di Medicina Psicosomatica Integrata Passo per Passo
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Il percorso inizia dalla definizione del mandato: il motivo che spinge il paziente a chiedere la prima visita di MPI e l'obiettivo che vuole definire assieme al suo terapeuta.
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La visita prosegue con la diagnosi che si ottiene dall'anamnesi (la raccolta della storia clinica) e dall'esame obiettivo (la visita medica del paziente) oltre alla valutazione di tutti gli esami laboratoristici e strumentali e dai referti delle visite specialistiche.
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Tenuta in considerazione la singolarità dell'individuo e le terapie in atto si definisce una fitoterapia medica individualizzata che ha lo scopo di curare il sintomo tramite estratti di piante titolati e standardizzati secondo evidenza scientifica e prescritti al dosaggio terapeutico con la ricetta galenica (che può preparare un farmacista fitopreparatore).
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La visita prosegue con l'ascolto del sintomo e del paziente: l'esperienza della malattia è soggettiva e un ascolto neutro consente spesso al paziente di riconoscere ed accogliere come sta non solo a livello mentale ma anche a livello energetico (la vitalità del corpo) ed emotivo (quali emozioni e nei blocchi psicosomatici sono connessi al sintomo fisico).
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La Fitoterapia Psicosomatica è il successivo strumento di guarigione che ha lo scopo di indagare quale risorsa il paziente sente il bisogno di sostenere al fine di affrontare l'esperienza della malattia psicosomatica. Le 6 risorse psicosomatiche sono
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Radicamento --- Serotonina
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Potere personale --- Testosterone
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Cura --- Ossitocina
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Gioia --- Dopamina
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Concentrazione --- Noradrenalina
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Pace --- Endorfina
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Le risorse psicosomatiche vengono esplorate in un'esperienza ad occhi chiusi per consentire un ascolto interno e profondo. Alla fine emerge una mappa delle risorse da sostenere con le piante raccolte nelle Essenze o nei Rimedi di Fitoterapia Psicosomatica. L'assunzione del rimedio prescritto in ricetta galenica viene associata ad una pratica di sostegno che accompagnerà l'assunzione così da rendere partecipe la consapevolezza del paziente nel suo processo di guarigione.
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La visita è un'esperienza che si accompagna alla qualità della meditazione che funge da sottofondo, punto di partenza per l'ascolto e punto di chiusura per il lasciar andare e tornare ad uno spazio silenzioso e presente.
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Nella parte finale della visita si esplorano anche gli altri approcci terapeutici funzionali per il paziente. Grazie ad una rete di professionisti qualificati ed accomunati da una visione consapevole ed integrata della medicina il paziente può ricevere il sostegno migliore su tutti i livelli.
La Prosecuzione del Percorso di MPI
Passo per Passo
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Il percorso di MPI si integra con visite di nutrizionisti, psicoterapeuti, terapeuti manuali, medici esperti di medicina complementare integrata, percorsi di meditazione, personal training, pratiche di lunga vita e interventi medici specialistici (psichiatrici, neurologici, gastroenterologici, endocrinologici ecc).
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Quando necessario prendo contatti con gli altri terapeuti che si integrano al percorso di PMI così da consentire al paziente di essere accompagnato e orientato stabilmente in un unico percorso di guarigione.
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Rivedo i pazienti dopo 1 mese dalla prima visita così da valutare la risposta soggettiva al rimedio fitoterapico sul sintomo e della fitoterapia psicosomatica sulla risorsa. E' anche un'occasione per valutare come sta proseguendo il cammino di consapevolezza della malattia psicosomatica e per esplorare gli altri approcci terapeutici seguiti dopo mia indicazione.
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A volte si apre l'intenzione di seguire un percorso di consapevolezza individuale o di gruppo per approfondire l'ascolto del sintomo e facilitare il processo di consapevolezza.
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Dopo 3 mesi dalla prima visita generalmente rivedo i pazienti per una visita conclusiva dove si valuta come è andato il percorso di Medicina Psicosomatica Integrata e come proseguirlo autonomamente gestendo i rimedi assunti a seconda dell'andamento clinico e seguendo gli eventuali approcci terapeutici ancora aperti.
Meditazione e Consapevolezza
“L’unico peccato è l’inconsapevolezza, l’unica virtù è la consapevolezza”
Osho
Puoi cliccare sui titoli sottostanti per andare direttamente al paragrafo corrispondente
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A chi possono essere utili la meditazione e le pratiche di consapevolezza?
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Quali sono le pratiche di meditazione che utilizzo nei percorsi crescita personale e di consapevolezza individuali e di gruppo?
Che cos’è la meditazione?
E la consapevolezza? Che differenza c’è tra la pratica e l’esperienza della meditazione?
“La meditazione è ” è forse la maniera più essenziale di descrivere quello stato naturale dell’essere che semplicemente e senza sforzo accade.” Essere è tutto ciò che c’è”. L’esperienza della meditazione è stata indicata da molti maestri spirituali con differenti vie: prose, poesie, dipinti, danze, canti, silenzi. Un concetto comune a tutti queste dita che indicano la luna è che l’esperienza della meditazione non è esprimibile a parole. Lo zen, come l’advaita vedanta e le vie del “non dualismo” aggiungono che è insita nell’esperienza di esistere, e per tale motivo, disponibile a chiunque in qualunque momento, sempre esistita e indissolubile da prima della nascita a dopo la morte. Concretamente quindi è “semplicemente” essere, lasciarsi accadere, senza interferire. Ora state leggendo queste parole su un monitor o sul cellulare o sulla carta stampata, siete forse seduti, percepite la temperatura dell’aria, i pensieri scorrono, il respiro riempie e svuota, al suo ritmo. Nient’altro. Ordinaria semplicità, dolorosa, entusiasmante, noiosa, qualunque esperienza contenga, sta continuando ad accadere.
«Prima che mi incamminassi per il sentiero, i fiumi erano fiumi e le montagne erano montagne. Più mi addentravo nel cammino, più cresceva la mia confusione. I fiumi ora non erano più simili ai fiumi e le montagne non erano più simili alle montagne. Tutto era sottosopra, a testa in giù. Era un caos, e quando raggiunsi la fine del sentiero completando il mio cammino, i fiumi ridivennero fiumi e le montagne ridivennero montagne».
Detto Zen
Il passaggio quindi non è praticare una tecnica meditativa per raggiungere lo spazio dell’esperienza meditativa in quanto tale stato dell’essere è. Le tecniche possono esserci di aiuto per prendere consapevolezza di questo stato meditativo sempre presente: risvegliarci per riconoscere il naturale accadere della vita. All’inizio siamo inconsapevoli di questo accadere e tutto ci sembra normale così, per questo i maestri ci definiscono addormentati. Poi iniziamo un cammino di meditazione e tutto inizia a cambiare, “tutto era sottosopra, un caos”, le nostre idee mentali e le immagini del mondo si sgretolano una alla volta, finché anche la nostra immagine scompare. Poi, oltre quei veli di giudizio e condizionamento, si apre lo sguardo alla verità sempre manifesta: l’esperienza diretta di chi siamo. Allora tutto torna ordinario e limpido e “i fiumi ridivennero fiumi e le montagne ridivennero montagne”. Tutto è autentico e consapevole. Le tecniche meditative sono progressive e di varia natura e possono accompagnare il praticante nel cammino di consapevolezza più che di meditazione.
“Per me c'è solo il viaggio su strade che hanno un cuore, qualsiasi strada abbia un cuore.
Là io viaggio, e l'unica sfida che valga è attraversarla in tutta la sua lunghezza.
Là io viaggio guardando, guardando, senza fiato”
Don Juan, Castaneda
Il cammino di consapevolezza è personale, è il proprio cammino, è “un cammino che abbia un cuore” per voi, ora. Un terapeuta, un maestro vi possono accompagnare nell’esplorazione dei vari cammini, poi starà a voi scegliere. Un vero maestro non vi indicherà la Via giusta, non vi dirà la Verità, altrimenti non sarà un maestro. Ci sono pratiche di concentrazione che distolgono l’errare della mente nei pensieri ricorsivi con l’attenzione centrata su un punto: respiro, uno dei cinque sensi, l’energia del corpo, una posizione, un movimento. Dove va l’attenzione segue l’energia e la presenza. In questa fase emerge l’azione del soggetto che osserva l’oggetto osservato: il testimone. Inizia a scomparire l’automatismo della mente e a consolidarsi la presenza. Poi le pratiche diventano contemplative e il praticare lascia posto all’essere. L’apertura alla domanda “Chi sono io?” consente un passaggio prezioso: l’osservatore e l’oggetto osservato (respiro, senso, movimento eccetera) diventano uno. Accade il respiro, divento il profumo, sono lo scuotimento, è il danzare. E poi il Silenzio prorompe potente senza porte da bussare, avvolge placido tutto l’essere. L’amante giunge e diventa l’amato. Qui non c’è più mente. Qui inizia l’esperienza che non è esprimibile. Dio è incarnato e infinito.
“La spiritualità è ordinaria”
“Scalzo e a petto nudo, mi mescolo alla gente del mondo.
I miei vestiti sono a brandelli, pieni di polvere
E io sono sempre immerso nella beatitudine.
Non adopero alcuna magia per prolungare la mia vira;
ora, davanti a me, gli alberi diventano vivi.”
Kakuan, i 10 tori dello zen
Nel cammino taoista-zen del quale si seguono le tracce nel ritiro intensivo di consapevolezza “Who is in?” è descritto attraverso 10 tavole che contengono una prosa, una poesia e un dipinto. Le ultime due tavole sono il passaggio dalla pratica meditativa dell’eremita a quella dell’uomo del mercato. Il decimo sutra si intitola “Tornare nel mondo” e significa che l’esperienza della spiritualità, della meditazione, dell’essere è la reale quotidianità, l’ordinaria esistenza. L’illuminazione è manifesta in ogni aspetto della vita, in ogni istante.
La co-espressione degli stati d’essere è la realtà manifesta. L’integrazione delle due prospettive consente uno sguardo aperto al tutto. La vita accade secondo la prospettiva della materia e dello spirito contemporaneamente. Esisto e non esisto. C’è un corpo, un respiro che entra e esce, c’è la storia personale, i giudizi, i pensieri della mente, la sofferenza, l’orgasmo, la dipendenza. Il tempo, lo spazio. C’è uno spazio vuoto, il corpo dissolto, l’aria fluisce senza più dentro o fuori, la storia non esiste, la mente non percepisce, non elabora. Non c’è tempo, non c’è spazio. C’è la persona, la relazione, il conflitto. C’è Vuoto, Dio, l’Assoluto, Mahamudra, il Tao. Sono semplicemente due prospettive della medesima realtà.
Perché da medico pratico e facilito incontri di meditazione?
La Meditazione, in particolare la Mindfulness, è uno degli strumenti di cura ormai riconosciuti dalla comunità scientifica grazie all’ampia mole di articoli pubblicati in merito.
Quindi in primis le Pratiche Meditative per me sono un Fondamento della Prevenzione e della Cura della malattia a origine psicosomatica e non.
Le pratiche di lunga vita, come lo yoga o il tai qi e il qi gong, hanno dimostrato anch’esse di essere funzionali strumenti di gestione dello stress e di integrazione alla cura di differenti patologie. Il body scan della Psicosomatica è una pratica di consapevolezza corporea che considero fondamentale nella prevenzione tanto quanto la disinibizione dell’azione la considero una pratica terapeutica. Quindi da medico utilizzo la meditazione per una ragione anche scientifica in quanto mi consente attraverso un approccio meditativo di migliorare l’efficacia delle terapie che propongo ai pazienti.
Tale è anche il motivo che mi ha spinto a proporre da anni ai pazienti e alle persone interessate alla prevenzione e al benessere psicosomatico un percorso di meditazione di gruppo mirato sull’ascolto della tematica della malattia che si chiama Mederi Medicina , percorso di consapevolezza di base al quale segue poi l’avanzato Mederi Meditazione.
La meditazione poi per me è stata una rivelazione. Ho ricordato dei giochi che facevo da solo da bambino. Ho riconosciuto che cosa è accaduto l’istante prima dell’impatto in un brutto incidente in moto. Ho imparato ad amare la verità a qualunque prezzo. La meditazione è stata ed è la via che mi consente di essere libero, libero di essere me stesso. Pratico meditazione perché è una delle vie per celebrare la vita e perché la spiritualità da senso al mio lavoro da medico. Nella mia vita ho avuto la fortuna di poter cogliere la meraviglia dell’esistere senza grande sforzo. Sono nato in una famiglia dove le cose essenziali non mi sono mai mancate. Ho potuto studiare lavorando nei fine settimana e viaggiare molto. Ho potuto incontrare dei maestri lungo il cammino e anche ora ho la fortuna di poter continuare a essere me stesso, come uomo e come medico. Celebrare e praticare consapevolmente la medicina è una delle vie per rendere grazie a tutta questa abbondanza che la vita mi dona.
“Jay (Shri) Ram”
saluto induista che significa
“riconosco il dio che è in te”
Se dovessi togliere dei sintomi con degli strumenti, anche se “naturali”, non farei più il medico. La Malattia la considero Una delle Porte alla Spiritualità. Uno dei miei Intenti da Terapeuta è Indicare Quella Porta. Rispettando chi distoglie lo sguardo davanti all’evidenza, rispettando chi non vuole aprire, chi non vuole nemmeno bussare. Rispettando la persona e riconoscendo la divinità che è manifesta in lei.
I percorsi di cura con i rimedi fitoterapici e con la medicina in generale li considero una delle maniere per mantenere uno stato di salute psicofisico che ci consenta di connetterci alla parte più profonda di noi e a celebrare l’esistenza.
I percorsi di crescita personale sono una via per lasciar andare le resistenze, i condizionamenti, gli automatismi inconsapevoli che interferiscono con il naturale manifestarsi di noi stessi. Il sintomo a volte è una delle vie attraverso le quali l’esistenza ci invita ad evolvere lasciando andare i nostri condizionamenti che ci impediscono di mantenere la connessione con il nostro nucleo, il nostro Sé. Lasciar andare i giudizi a qualunque manifestazione è una delle guide in questo percorso individuale come nei percorsi di gruppo.
I percorsi di consapevolezza sono la riconnessione alla nostra vera natura, sempre stata manifesta. Chi sono io? è la “guida di diamante”, fedele compagna di viaggio per il terapeuta e il paziente.
Vi invito a leggere anche questo scritto sulla Meditazione che è nato dalla richiesta di molti pazienti e partecipanti dei gruppi di dare un mio parere su un articolo di critica alla Meditazione (link al posto fb “La Meditazione che fa bene al capitale (umano)”. Qui emerge anche una prospettiva più sociale e politica inerente alla pratica della meditazione oltre ad alcuni chiarimenti fondamentali sui concetti di meditazione, concentrazione, controllo, sforzo, pensiero positivo eccetera.
A chi possono essere utili la meditazione e le pratiche di consapevolezza?
L’esperienza della Meditazione è la connessione con la libertà di essere noi stessi in ogni momento quindi può essere utile ad ogni essere umano.
La sua efficacia d’azione è percepibile sul piano fisico (miglioramento dei sintomi stress correlati, della gestione del dolore, della qualità della vita percepita), energetico (migliore vitalità e capacità di rilassamento, migliore equilibrio psicosomatico), emozionale (migliore presenza e gestione delle emozioni, consapevolezza alle dinamiche del condizionamento e della identificazione della personalità) e spirituale (esperienza diretta di chi siamo ora e connessione con l’espressione del nostro potenziale umano).
I pazienti che possono trarre beneficio dalla meditazione sono quindi quelli che vogliono:
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Prevenire le malattie sostenendo e mantenendo un buon equilibrio psicosomatico;
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Affiancare al percorso di cura convenzionale un approccio che consente un miglioramento della qualità della vita;
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Gestire lo stress, Curare l’aspetto psicosomatico delle patologie stress correlate dei disturbi psicosomatici e mentali (ansia, panico, paura, gastrite, sindrome colon irritabile, malattie metaboliche da alto cortisolo eccetera)
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Gestire le emozioni e le dinamiche della personalità (ansia, depressione, paura/preoccupazione, rigidità, controllo, rimuginio, aggressività, difficoltà relazionali, disistima eccetera)
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Affrontare un momento di passaggio della vita (come una crisi o una liberazione) che apre alle domande: che ci faccio qui? che senso ho di esistere? Quale la mia direzione? Che contributo posso dare all’umanità? Chi sono?
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Riconoscere la spiritualità integrata all’ordinario come realtà dell’essere. Essere liberi di essere noi stessi. Senza interferenze ne separazioni dal tutto.
Quali sono le pratiche di meditazione che utilizzo nei percorsi crescita personale e di consapevolezza individuali e di gruppo?
Sia nei percorsi individuali che in quelli di gruppo utilizzo differenti pratiche di meditazione dalle varie tradizioni. Nella strutturazione dei Percorsi di Crescita Personale e Consapevolezza Individuali le pratiche vengono scelte ad personam a seconda delle caratteristiche del paziente e del disturbo che manifesta. (Un atleta stressato in ansia da prestazione con una costituzione molto attiva può giovare di pratiche di meditazione attiva in quanto è difficile che risponda subito alla meditazione silenziosa come la Mindfulness che invece è molto indicata ad una persona dalla costituzione più pacata che manifesta ad esempio una tendenza al rimuginio). I due percorsi di Crescita Personale e di Consapevolezza di gruppo Mederi Medicina (base) e Mederi Meditazione (avanzato) invece utilizzano delle pratiche di meditazione di intensità progressivamente più elevata così da accompagnare i partecipanti nel cammino che li porta dalle basi della presenza alle esperienze più profonde di contemplazione.
Le pratiche che utilizzo sono:
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la Mindfulness Psicosomatica, una meditazione che deriva dalla Vipassana che si fonda sull’ascolto del momento presente senza giudizio. La Mindfulness da me praticata ha un approccio psicosomatico che include il corpo nel processo di consapevolezza e l’esperienza della meditazione profonda. Una esperienza di Mindfulness la trovate in questa meditazione guidata di 5 minuti.
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Gli Esercizi di Energetica che sono presenti nel Protocollo Mindfulness Psicosomatica del Progetto Gaia che derivano dalle pratiche di lunga vita delle tradizioni orientali yoga, tai qi e qi gong. Sono modalità di ascolto corporeo e di riequilibrio energetico facili da praticare, senza controindicazioni e di sostegno a molte situazioni patologiche. A seconda del tipo di tecnica utilizzata (in primis yin-dolce oppure yang-forte) si potranno sostenere pazienti differenti con tematiche di disagio distinte. Altre pratiche di energetica attingono da tradizioni taoiste, zen o sufi (ritrovabili anche in alcune scuole di psicoterapia ad orientamento corporeo) quali ad esempio gli esercizi di radicamento.
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Pratiche di Presenza e Consapevolezza Facilitanti come l’Evolution o la 3 suoni, l’apertura dei sensi, e la connessione con la Natura, la meditazione camminata o quella del lavoro, l’utilizzo della voce e del contatto corporeo, sono strumenti che consentono più facilmente l’accesso all’esperienza della meditazione che di volta in volta vengono scelti in funzione del gruppo o della persona al fine di agevolarne il processo di consapevolezza.
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Il Body Scan Psicosomatico è una delle pratiche predilette per l’ascolto corporeo. La percezione del respiro è il veicolo attraverso il quale la consapevolezza viene guidata nelle varie parti del corpo. I livelli percepibili sono quello fisico (il sintomo somatico o la percezione materiale del corpo), energetico (connesso alla percezione più sottile come una grande vitalità oppure una mancanza di energia, un vuoto oppure un blocco psicosomatico come un peso sul cuore), emozionale (l’emozione che emerge da quella zona come una rabbia repressa che fa stringere lo stomaco oppure la gioia che appare ascoltando il pulsare del respiro nella pancia) e mentale (la contestualizzazione del vissuto anche nel proprio ordinario, come quella rabbia che sento ogni volta che il datore di lavoro mi riprende ingiustamente sul mio operato). L’espressione del percepito nel blocco poi lascia spazio al lasciar andare che riporta il paziente al momento presente, al Sé, e a chi sta osservando questo processo che spesso non sta accadendo ora ma è un condizionamento della storia o un’identificazione della personalità
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L’Inquiry o Esplorazione è una tecnica che deriva dal percorso sulle Dimensioni dell’Essere che origina dalla tradizione sufi delle qualità essenziali. È una via di esplorazione ed espressione di sé che parte dall’esplorazione di una tematica e giunge alla consapevolezza dei meccanismi corporei che si attivano, nella loro memoria rimembrata nel presente e nel riverbero che hanno sull’esperienza presente. Ad esempio si può esplorare il tema dell’aggressività per percepire che idee, giudizi, immagini mentali abbiamo a riguardo per poi iniziare ad includere anche l’esperienza corporea-energetica-emozionale che si attiva rimembrando i momenti nei quali abbiamo avuto a che fare con l’aggressività. Poi l’esplorazione ritorna al momento presente e dà spazio all’ascolto e all’espressione di ciò che sta accadendo nel momento presente mentre si sta esplorando.
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Il Massaggio Psicosomatico consente alle persone di sciogliere i blocchi psicosomatici da una via corporea e di giovare degli effetti che il semplice contatto consapevole ha sul corpo (gestione dello stress, aumento della serotonina – ormone del buon umore-, diminuzione del cortisolo – ormone dello stress- , eccetera)
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Pratiche Meditative di Gruppo quali la danza, il contatto, le condivisioni e tutte quelle pratiche che si attuano a coppie o in gruppo consentono di condividere chi siamo con gli altri. Sono molto indicate per esplorare ed affrontare le tematiche relazionali e quelle connesse con il giudizio sociale e l’immagine di sé.
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Altre pratiche meditative da tradizioni spirituali antiche come gli esercizi di centratura e le danze sufi, le respirazioni del tantrismo, il tratak, atisha, lo zazen.
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Le Meditazioni Attive di Osho come la Kundalini, Dinamina, Chakra breathing, Nataraj, No dimension eccetera. Osho ha avuto l’illuminante idea di adattare all’occidente contemporaneo le pratiche orientali del passato. La parte centrale che deriva dalle vie spirituali antiche delle meditazioni (zen, sufi, tantriche, buddiste eccetera) è preservata e arricchita da fasi preparatorie e da uno spazio di silenzio finale. La Dinamica in particolare è uno dei pochi strumenti di consapevolezza che può velocemente ripercorrere il processo di crescita e consapevolezza a livello esperienziale in un’ora di meditazione. Ogni pratica è adatta ad un contesto e ad un momento differente e ancor più le indicazioni che da il conduttore che possono essere personalizzate.
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La Pratica dell’”Who is in?”, del Chi c’è dentro? è nella mia esperienza e nel mio sentire il fondamento di tutte le tecniche di meditazione. È la prospettiva che consente a tutto il resto di lasciarsi fluire. Il ritiro intensivo di consapevolezza Who is in? È un viaggio di 3 giorni dove si ha la possibilità di avere l’esperienza diretta di chi siamo. È per me un regalo che l’esistenza ha messo a disposizione. Kapil, amico e maestro col quale conduco questo ritiro una volta all’anno, ha riassunto l’invito al ritiro con queste parole:
“La verità non è né il tuo sapere né le tue idee, la verità è il tuo essere.Tu sei la verità. Dove mai potrai cercarla se non dentro di te?” Osho
“L’Intensivo di Consapevolezza, all’origine chiamato Intensivo di Illuminazione, è un ritiro di tre giorni che ha come scopo trovare sé stessi. È strutturato in modo che le domande esistenziali: “Chi c’è dentro?” e “Chi sono io?” siano la base di una ricerca interiore totale e appassionata. I due Koan Zen, indicano la direzione verso l’interno, verso quel luogo dove si è finalmente a casa, indagarli apre e fa trovare la via.
L’amore profondo per la verità, insieme all’intenzione di volerla trovare, sono i requisiti per questo viaggio, che fa entrare nell’esperienza diretta di chi siamo veramente, in un lampo di consapevolezza, di risveglio illuminato, che dissolve ogni separazione e condizionamento. All’improvviso si scopre che tutto ciò che si è sempre cercato fuori e lontano, tutto quello che si è sempre rimandato a un altro tempo, che si è proiettato su qualcun altro, è qui, è sempre stato qui, è la nostra Vera Natura. Nell’intensivo la pratica fondamentale è quella con il koan, davanti a un partner, invece che in silenzio davanti al muro, come anticamente succedeva nei monasteri Zen. Il sostegno e la presenza della persona di fronte, crea circolarità energetica e fa sì che il processo sia velocizzato.
Che cosa offre l’Intensivo:
Avere l’esperienza diretta dell’Essere, della non mente, del risveglio
Scoprire che il bene più prezioso che possiedi sei tu, che hai tutto il diritto di avere una vita soddisfacente e che possiedi le risorse per viverla a pieno.
Sperimentare tecniche di meditazione attive che aiutano la purificazione del
corpo, emozioni, mente
Migliorare il tuo modo di comunicare e ascoltare.
Allenamento della presenza in modo che diventi un sostegno anche nel quotidiano.”